Come si riconosce la periartrite?

 

Come riconoscere la periartrite? Quando il dolore all'anca o alla spalla è associabile ad una patologia come la periartrite? Come il medico specialista la individua?

 

 

Quando parliamo di periartrite facciamo riferimento ad infiammazioni delle articolazioni che possono interessare anche diversi distretti anatomici vicini alle articolazioni stesse.

 

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Le cause della periartrite possono essere diverse, motivo per il quale, al fine di poter diagnosticarla, occorre rivolgersi quanto prima ad un medico specialista. Quest’ultimo, spesso coadiuvato da un fisioterapista, effettua un’attenta valutazione per poi stabilire, insieme al paziente stesso, un percorso di recupero mirato ed efficace.

La periartrite può interessare molti punti del nostro corpo, ma la spalla e l'anca sono le zone maggiormente colpite.

Di seguito abbiamo deciso di darti delle indicazioni su come riconoscere quei tipici campanelli d’allarme caratteristici della periartrite. Diagnosticare per tempo questa infiammazione permetterà allo specialista di intervenire velocemente con il giusto trattamento.

 

Riconoscere la periartrite alla spalla

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La periartrite alla spalla è quella tipica infiammazione che coinvolge le articolazioni scapolo-omerali e tutte le strutture limitrofe (quindi tendini, legamenti, capsula, borsa e cartilagine).

I tessuti dell’articolazione si inspessiscono e diventano più tesi, fino addirittura a provocare con il tempo la formazione di tessuto cicatriziale, che non dà sufficiente spazio all’articolazione per muoversi come dovrebbe.

Recandosi da un ortopedico non è difficile comprendere se si è o meno davanti ad una periartrite alla spalla. I pazienti che soffrono di questa infiammazione lamentano di solito non solo dolori lancinanti alla zona interessata, ma anche una diminuzione della capacità di movimento attivo e passivo della spalla e del braccio.

È bravura del medico individuare in che fase di periartrite scapolo-omerale il paziente si trova. Questo in quanto stiamo trattando un’infiammazione che in genere si sviluppa in tre fasi: una fase acuta (il paziente avverte dolore qualunque movimento effettua e fa fatica ad alzare la spalla), una fase sub acuta (il dolore è molto sopportabile ma la spalla è tanto rigida e si muove con estrema difficoltà), una fase cronica (il dolore sparisce ma la mobilità della spalla non migliora se non si interviene con un piano riabilitativo mirato). Se il dolore si acutizza in piena notte, rendendo difficoltoso il riposo, allora è probabilmente periartrite.

 

 

Riconoscere la periartrite all’anca

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La periartrite dell'anca è un’altra tipica infiammazione che interessano le articolazioni molto diffusa. Le anche sono una parte anatomica strutturalmente molto complessa, dal momento che forniscono sostegno e stabilità al corpo umano, consentendo la mobilità che permette di svolgere le attività della vita quotidiana.

Le infiammazioni o le lesioni all’anca possono essere invalidanti perché inibiscono il movimento e le capacità di sopportare il peso corporeo (indipendentemente dal suo valore numerico). Per fortuna anche in questo caso non è complicato diagnosticare l’eventuale periartrite e correre ai ripari laddove possibile.

In primis devi sapere che la periartrite dell’anca si manifesta nello specifico nelle donne ed il motivo è molto semplice: la donna ha rispetto all’uomo il bacino più largo in termini di dimensioni, le strutture tendinee sono soggette dunque ad una tensione maggiore.

Si può manifestare a causa di movimenti ripetuti e scorretti dei muscoli dell’anca (o anche a causa di movimenti effettuati per sport e professione), a causa dell’artrite reumatoide o dell’artrosi, ma anche a causa della dismetria agli arti inferiori. Movimenti articolati non adeguati ed infortuni traumatici all’anca altresì possono provocare la periartrite.

I sintomi della periartrite dell’anca sono facilmente riconoscibili. Innanzitutto il paziente manifesta un dolore nella parte esterna superiore della coscia. Anche se non molto forte, il fastidio che si avverte può essere cronico e diventare acuto quando si effettuano alcuni movimenti, come salire e scendere le scale.

Anche la rigidità articolare e la zoppia di fuga (la tendenza del paziente a non imprimere tutto  il peso sull'arto dolente, accorciando la fase di appoggio sul piede corrispondente) possono essere campanelli d’allarme per il paziente.

Sulla base di questa sintomatologia, allo specialista non risulta difficile effettuare la giusta diagnosi: ovviamente se la gravità del caso lo richiede, è possibile anche implementare la diagnosi con eventuali test di imaging.

 

 

Diagnosi periartrite

Abbiamo chiesto allo specialista Dott. Donsante - osteopata Roma come viene eseguita una visita medica.

Uno specialista non fa fatica ad individuare la periartrite nei pazienti se i sintomi vengono descritti e spiegati nel modo corretto durante una visita. Un professionista esperto del settore può farsi bastare anche l’anamnesi e un esame obiettivo per giungere alla conclusione.

In sede di visita medica, il medico o il fisioterapista eseguiranno dei movimenti passivi e al contempo faranno eseguire dei movimenti attivi al paziente, per verificare il range di movimento della zona interessata. Laddove da un primo approccio la situazione appaia grave o comunque da prendere in seria considerazione, l’ortopedico può chiedere al suo paziente di sottoporsi a degli esami, quali radiografia o risonanza magnetica, per escludere altri problemi come artrite o danni ai tendini, o ancora come la lesione della cuffia dei rotatori.

Se la situazione è ancora limitata, il medico potrebbe tentare la strada della terapia farmacologica (a base di antinfiammatori), delle infiltrazioni locali di cortisone e di esercizi fisici.

La diagnosi è di fondamentalmente importanza per poter opportunamente e tempestivamente individuare il trattamento riabilitativo migliore per il paziente. Il percorso di cura consigliato, qualunque esso sia, ha lo scopo di andare a dare vigore e bilanciamento ai differenti gruppi muscolari, così da restituire al paziente una corretta postura.

 

 

La strada migliore da percorrere è indubbiamente la fisioterapia, che step by step dovrebbe portare leggeri margini di miglioramento nel paziente. Tieni presente tuttavia che intervenire con la fisioterapia spesso non è sufficiente, in particolare se la diagnosi non arriva per tempo.

Nei casi più difficili la sola strada percorribile per migliorare la condizione del paziente sarà effettuare un intervento chirurgico. Il chirurgo effettua operazioni, in "artroscopia" se possibile, così da identificare e riparare le lesioni della spalla attraverso 3 piccole incisioni. In questo modo l’intervento non sarà invasivo, non lascerà inestetismi visibili e la fase di recupero post operatoria sarà molto più celere di un tradizionale intervento.

Per quanto appena detto è a dir poco fondamentale rivolgersi ad uno specialista (ortopedico, meglio se affiancato da un fisioterapista e da un chirurgo) che possa eseguire protocolli riabilitativi mirati alla risoluzione di una patologia così particolare come la periartrite.

Periartrite alla spalla e fisioterapia

 

Periartrite alla spalla e fisioterapia: esercizi di riabilitazione attivi e passivi per il trattamento dei sintomi della periartrite scapolo-omerale.

 

 

Tra le condizioni ossee ed articolari più critiche che un soggetto può avvertire, la periartrite alla spalla è la più comune e la più dolorosa.

A volte i sintomi che provoca evolvono ad uno stadio talmente acuto che può diventare difficile gestirli. Pur non esistendo cure che possono definitivamente bloccare la periartrite alla spalla, ci sono dei rimedi che ne possono rallentare il processo di avanzamento.

Uno di questi è dato dalla fisioterapia: nella fase iniziale del disturbo si può gestire il dolore attraverso degli esercizi di riabilitazione.

La riabilitazione ha lo scopo di rendere gestibile le attività quotidiane che svolgiamo (anche le più scontate come vestirsi, lavarsi o guidare) e che spesso a causa della periartrite diventano difficili se non impossibili da eseguire.

Soprattutto il dolore tende a limitare le possibilità di movimento, perciò si congelano sketch di fisioterapia, in quanto quest’ultima può aiutare a gestire le fitte.

 

 

Periartrite scapolo-omerale, cos'è, tipologie, sintomi

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Per capire come funziona la fisioterapia nella periartrite, dobbiamo partire dal suo inquadramento clinico. Stiamo infatti parlando di una infiammazione che colpisce i tessuti molli, come i muscoli, i tendini, i legamenti, le borse sinoviali, che fungono da supporto alle articolazioni.

Dal momento che questa infiammazione colpisce spesso la zona scapolo-omerale, spesso si sente parlare di periartrite scapolo-omerale.

Si tratta di una patologia che mette a repentaglio la stabilità delle articolazioni e consuma il rivestimento protettivo posto su di esse. Quando uno degli elementi appena elencato va ad infiammarsi, le più semplici azioni quotidiane (come il movimento del capo, il movimento rotatorio delle spalle e le azioni di tutti i giorni, anche le più semplici) vengono messe a repentaglio.

Di norma, la periartrite si classifica in quattro tipologie, in base all’intensità delle infiammazioni e in base ai sintomi che si manifestano (tieni tuttavia presente, che in ogni caso, se dovessero evolversi gravemente le infiammazioni delle articolazioni, è importante rivolgersi ad uno specialista che ti indichi una più efficace cura).

Si parla ad esempio di periartrite acuta quando si avvertono dolori improvvisi che colpiscono la spalla soprattutto durante la notte.

Di contro si parla di periartrite scapolo-omerale cronica semplice quando i dolori si manifestano in maniera graduale, si acutizzano durante il riposo notturno e la guarigione è molto lenta rispetto ad altre forme.

Per quanto attiene invece alla periartrite scapolo-omerale cronica anchilosante la si può definire come la versione 2.0 della forma acuta, e di norma interessa le persone anziane. Il dolore è costante, ma si ha comunque modo di fare movimenti anche se non del tutto agevoli.

La forma più rara di periartrite è quella chiamata “spalla di Milwaukee”, interessa di solito le donne in età avanzata. Si presenta con un forte dolore, e lentamente si giunge alla perdita totale dell’ uso della spalla. Non è raro che sia necessario un intervento chirurgico per risolverla.

 

 

Periartrite scapolo-omerale e fisioterapia

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La fisioterapia in caso di periartrite alla spalla cambia in base alla causa che l’ha provocata. I professionisti delineano infatti il trattamento riabilitativo migliore per te, utilizzando una terapia fisica strumentale per lenire il dolore e curare eventuali infiammazioni.

A volte i cicli fisioterapici vengono affiancati da strumenti moderni e d’avanguardia, come ad esempio laserterapia, tecarterapia, onde d’urto, elettrostimolazione TENS, ionoforesi.

L’esercizio fisico può essere anche preventivo per la periartrite, in quanto riesce a dare maggiore vigore ai muscoli e minore possibilità di sovraccarico o di trauma o infiammazione. Come suggerirà anche il fisioterapista, per ogni esercizio è importante non fare sforzi.

Qualunque movimento va fatto nei limiti della propria capacità e senza mai avvertire dolore. I risultati si dovrebbero apprezzare pienamente dopo le prime 4-6 settimane di applicazione quotidiana.

Di qualunque esercizio o serie serie esercizi è fatta la tua seduta di fisioterapia, essa deve avere lo scopo di essere efficace.

Ma soprattutto deve andare ad identificare il movimento critico, che provoca maggiore dolore e che non si riesce a svolgere con speditezza. Gli esercizi che si propongono devono avere lo scopo di rendere agevole alcuni movimenti critici, come ad esempio la flessione, l'estensione, l’abduzione, l’intro rotazione e l’extra rotazione. Se uno di questi movimenti ti risulta complicato eseguire, ogni esercizio interviene proprio su tale limite, assumendo ovviamente le giuste posizioni.

Per agevolare la flessione, così come l’estensione si propongono esercizi di schiena, ovvero distesi. Per agevolare l’abduzione ci si sdraia ma non si pone mai il pollice verso l’alto. L’intrarotazione si favorisce con esercizi che pongono il braccio in fuori ed il gomito piegato a 90°, mentre l’extrarotazione si favorisce con esercizi a posizione sdraiata, con il braccio lungo il fianco. Di ogni esercizio si consigliano diverse sessioni, di almeno un minuto, con un adeguato riposo di minimo un minuto.

Step by step, il fisioterapista interviene nel punto critico di infiammazione della spalla e ti supporta nell'eseguire esercizi passivi e attivi contro resistenza andando a lavorare sui movimenti limitati al fine di migliorare la mobilità.

Nel caso non si riuscisse a recuperare totalmente la mobilità si può ricorrere al trattamento di un osteopata.

 

 

Di seguito, con la consulenza di Fisiosalus - Centro Medico a Perugia,  ti descriviamo gli esercizi ritenuti più adatti al caso specifico:

  • Esercizio col pendolo di Codman

Un primo esercizio che vogliamo descrivervi ritenuto utile in caso di periartrite alla spalla è quello che prevede l’uso del pendolo di Codman. Andando cioè ad impiegare un peso da un chilogrammo si va a sciogliere l’articolazione della spalla. Impugnando il peso si favorisce la forza di gravità e nel fare le oscillazioni lente in tutti i piani di movimento dello spazio si imprime uno sforzo sulla spalla che permette di effettuare movimenti con più scioltezza. Si consiglia di ripetere per più volte durante la giornata per un minuto per ripetuta.

 

  • Esercizio con il bastone

Di simile impatto è l’ esercizio utile con il bastone. Quest’ultimo va impugnato all’altezza della nuca con due mani e si effettuano movimenti a mezzo mezzo da un lato e dall'altro, ruotando il busto. Si ripete l’esercizio per 3 serie da 10.

 

  • Esercizio in posizione eretta

L’esercizio in posizione eretta è quello che va svolto con maggiore frequenza ma con maggiore cautela. Ad ogni modo mettersi in posizione eretta scorrendo le braccia lungo i fianchi. Da questa posizione di partenza effettuare un piccolo gioco di spunta sulle spalle, così da unire le scapole ed avvicinare leggermente i gomiti dietro la propria schiena. Mantenere la posizione per un massimo di 10 secondi.

 

  • Esercizio con la sedia

Mantenendo sempre standard l’obiettivo di non causare dolori, è possibile anche effettuare un esercizio con la sedia. Da seduti, mettere le mani appoggiate alle cosce. Lentamente ruotare per 20 secondi circa all’indietro tutte e due le spalle, facendo attenzione a non muovere il tronco. Si consiglia di tenere sempre ferma la schiena allo schienale della sedia, se questo non ostacola le rotazioni. Mai andare di fretta, di contro sollevare le spalle con tutta la lentezza possibile, proseguendo a fare movimenti all'indietro.

 

  • Esercizio a mani unite

L’ultimo esercizio è il più difficile e ci si pone in posizione eretta. Lentamente si devono unire le mani, intrecciare le dita e rivolgere i palmi all’insù. Dopodiché basta estendere con adagio le mani, senza mai staccarle tra loro, in direzione verso il basso. Solleva di poco la testa e spingi leggermente andando indietro. Cerca di tenere la posizione per un massimo di 10 secondi.

Tendinopatia del sovraspinato: cause, sintomi, cure

 

La tendinite del sovraspinato è un’infiammazione, spesso molto dolorosa, che si sviluppa all’altezza della spalla e che si concentra sui tendini del muscolo sovraspinato.

 

 

Oltre ad essere un disturbo da non prendere sottogamba, spesso viene anche accompagnato da sintomi dolorosi intensi e che provocano una limitazione delle funzioni più banali e semplici nell'attività di vita quotidiana come vestirsi, lavarsi o pulire.

 

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In base alle cause che hanno provocato l’infiammazione, ai sintomi che ne derivano, il medico può consigliare la cura più giusta per risolvere il problema specifico del paziente.

Cerchiamo di capire insieme quali siano le cause, i sintomi e i rimedi per risolvere la tendinopatia del muscolo sovraspinato.

 

 

I sintomi della tendinite del sovraspinato

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Nel caso di un’infiammazione a carico del muscolo sovraspinato il più grave e fastidioso dei sintomi risulta il dolore. L’acutezza tende ad intensificarsi quando si muove la spalle, in particolare quando si abduce il braccio.

In alcuni casi il dolore è talmente forte da non permettere alcun movimento, in quanto il muscolo sovraspinato rappresenta lo starter del movimento di abduzione (il dolore tende a svanire nei gradi finali del movimento).

Fungendo da cardine tra la testa dell’omero e la spalla, consente al muscolo deltoide di sviluppare la forza necessaria a completare il movimento in modo funzionale. Inoltre, una caratteristica che spesso compare è il dolore anche a riposo di giorno, forse anche di più di notte.

Sempre l’intensificarsi del dolore al muscolo sovraspinato può anche provocare sensazioni di bruciore. Si tratta di un sintomo altrettanto fastidioso che si concentra sulla zona del muscolo stesso, tra spalla e collo, sia livello del deltoide, fino a propagarsi anche all’altezza della metà dell’omero, ma senza arrivare mai al gomito.

Dolore e bruciore, come del resto appena spiegato, sono il motivo della difficoltà di movimento. I gesti più semplici della vita di tutti i giorni non risultano fattibili, si pensi al vestirsi, a stendere i panni, a scrivere, a lavarsi, a tagliare il pane, a prendere il portafoglio e così via. Tali limitazioni possono rappresentare un disagio per il paziente, che si vede privato della sua regolare autonomia.

Non possiamo non elencare tra i sintomi anche la difficoltà nel dormire a causa del dolore notturno molto intenso. Il paziente non riesce a trovare sollievo, qualunque posizione assuma, ritrovandosi quindi a fronteggiare un’insonnia forzata.

Gonfiore, indolenzimento, umore basso, sono sintomi scaturenti dal malessere che il paziente avverte. Senza contare che, da una tendinopatia di natura infiammatoria non curata come si deve, possono svilupparsi ulteriori sintomi (e complicanze) come la formazione di calcificazioni a livello tendineo e deformazioni dell'osso su cui s'inserisce il tendine affetto.

 

 

Quali le cause della tendinopatia del sovraspinato

Alcune persone soffrono di maggiore sensibilità alla spalla con conseguente infiammazione delle articolazioni, che può provocare la tendinite del sovraspinato.

 

Molteplici sono le cause alla base di una tendinopatia. Le più comuni sono:

  • Scorrette posizioni assente nel tempo;

  • Acromion non di natura fisiologica;

  • Lesioni pregresse che hanno provocato del tessuto cicatriziale sul muscolo sovraspinato;

  • Passaggio poco agevole tra l’acromion e la testa dell’omero causato dalla conformazione della spalla o dall’ispessimento dei tendini;

  • Pratica di sport che richiedono l’uso delle braccia come il tennis, la pallavolo, il baseball o la pole dance;

  • Uso frequente del PC che richiede l’impiego dei movimenti delle spalla;

  • Lavori che impongono di tenere la mano al di sopra della testa;

  • Artrite reumatoide;

  • Una caduta sulla spalla in particola modo nelle persone anziane;

  • Fattori genetici di conformazione ossea articolare;

  • Movimenti bruschi e ripetitivi, con il braccio in elevazione sopra il livello della spalla.

 

Diagnosi e terapia medica: l’intervento chirurgico

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Se il dolore è sopportabile si consiglia di effettuare terapie lievi che vadano a lenire la sintomatologia. Quando invece l’infiammazione diventa troppo acuta, è opportuno rivolgersi ad un medico specialista e ad un fisioterapista di fiducia, che possa analizzare la situazione e valutare gli eventuali interventi da fare.Laddove sia strettamente necessario, è il medico competente che richiederà analisi approfondite (come ecografia e risonanza magnetica) per stabilire la migliore cura.

A seconda della diagnosi ottenuta le possibilità di risolvere il problema sono essenzialmente due: o si opta per un trattamento conservativo, o si opta per un intervento chirurgico.

L’operazione chirurgica di solito si consiglia ai pazienti più giovani, e di contro si cerca di evitare nei pazienti più anziani. Ad ogni modo, durante l’intervento l’ortopedico rimuove il tessuto con il danno fissando in seguito il tendine all’osso, anche se esistono altre tipologie di intervento più complesse.

 

 

Il trattamento conservativo fisioterapico come cura alla tendinopatia del sovraspinato

Il fisioterapista che non considera la situazione talmente grave da suggerire un intervento al paziente, sottoporrà quest’ultimo ad un trattamento fisioterapico conservativo. Si tratta di una serie di tecniche massoterapiche e di mobilizzazioni passive che vanno a lavorare sulle contratture antalgiche e che sono pertanto  in grado di controllare e diminuire il dolore.

Seduta dopo seduta, il paziente guadagna lentamente un buon grado di funzionalità dell’articolazione. A questo punto il fisioterapista si sposta a lavorare sui muscoli della cuffia dei rotatori e sugli stabilizzatori della scapola. L’obiettivo è quello di dare alla spalla del paziente fermezza durante i movimenti, mantenendo l’omero più stabile, ed evitando che la testa dell’omero risalga sull’acromion.

Solo seguendo degli esercizi specifici in modo costante, la terapia può sortire i suoi effetti, evitando in tal modo anche l’eventuale formazione della sindrome da conflitto subacromiale (impingement subacromiale), tra le cause di tendinopatia del sovraspinato.

Per svolgere gli esercizi in maniera corretta, il fisioterapista può anche impiegare diversi strumenti, come elastici, palle, palloni Bobath, bastoni e pedane o dischi propriocettivi, o anche trxed altri strumenti più complessi.

Quello che conta è far fare lenti ma efficaci movimenti alle articolazioni che possano lenire il dolore del paziente, il quale troverà immediato sollievo.

 

Fisioterapia preventiva

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Non bisogna trascurare comunque che per evitare la tendinopatia del sovraspinato, in particolare in quei soggetti che praticano sport, è importante il lavoro propriocettivo della spalla, imprescindibile non solo per prevenire il disturbo ma anche perevitare recidive. Il paziente deve cioè eseguire degli esercizi corretti con le spalle, per andare a migliorare la fisiologia dei movimenti,evitando così le situazioni o movimenti lesivi.

La postura della persona è un altro punto di fondamentale importanza, per correggere il rischio di eventuali infiammazioni. A tal proposito potrebbe essere utile eseguire esercizi di ginnastica posturale (con attenzione anche alla respirazione corretta e al diaframma).

 

 

Ulteriori trattamenti

Accanto alla fisioterapia, laddove necessario, è possibile sottoporsi anche ad ulteriori trattamenti (a volte alternativi, altri complementari) come ad esempio il metodo reflessage (ovvero la riflessologia plantare) o l’agopuntura, ideali per ripristinare l’equilibrio del corpo e per favorire la guarigione.

Tra i trattamenti più recenti troviamo anche il Kinesio Taping può essere utile per contrastare il dolore durante i movimenti, rinforzare il muscolo e favorire l’esecuzione degli esercizi.

Potrebbe essere utile sottoporsi anche a sedute con gli ultrasuoni in caso di infiammazione a causa di calcificazioni ossee. Gli ultrasuoni riescono infatti frantumare le calcificazioni che causano l'infiammazione ai tendini. In base alla potenza delle onde ed al target gli ultrasuoni non solo riescono a risolvere il problema di calcificazioni anomale, ma sono utilizzati in ambito estetico ad esempio anche per rassodare, compattare e levigare la pelle (puoi approfondire su ultherapy.it).

Ad ogni modo, qualunque sia la cura più adatta alle tue necessità, se non curi per tempo la tendinopatia del sovraspinato rischi che l’infiammazione degeneri nel tempo, creando calcificazioni o nella peggiore delle ipotesi anche lesioni complete.

Inoltre, sempre qualora non dovesse sottoporsi ad una cura celere ed efficace, il paziente potrebbe sviluppare un’altra sindrome della spalla, quella della tendinite del capo lungo del bicipite brachiale, ugualmente grave e da non sottovalutare.